18 le junction

oggi avevo 1 ora e mezza a mia totale disposizione e decido di dedicarla alle vetrine.

MI dirigo verso ION, il centro commerciale piu’ alla moda di Singapore, con passo sicuro, fino ad arrivare al punto in cui bisogna attraversare la strada. Non ci sono strisce pedonali e un cartello indica di usare il sottopassaggio. Una volta scesi li sotto si entra in un’altra dimensione: si apre un mondo che si sviluppa fino a 4 piani sotterranei, pieno di negozi, scale mobili, tunnel in tutte le direzioni. Non avevo idea di dove dovessi andare, i cartelli non indicano piu le strade ma solo negozi: da una parte vai da Zara, dall’altra da Mark and Spencer, e cosi via. Una volta deciso di scommetere sulla direzione da prendere, era impossibile mantenerla. Attratta da tutte queste sollecitazioni, entro in un negozio, esco da un’altra porta, mi ritrovo a proseguire dalla parte sbagliata, allora salgo una rampa di scala mobile, finsco in mezzo ad una miriade di ristoranti e cucine aperte fumanti, scendo due rampe, vado alla metropolitana, torno indietro, rientro in un negozio per vedere un paio di scarpe, riprovo con un altro tunnel… Insomma ci ho perso quasi un’ora. Quando finalmente vedo la luce del giorno e riesco ad uscire da li, era già il momento di tornare a casa.

17 la scuola

Oggi abbiamo visitato una scuola. Un’altra scuola, ne abbiamo viste diverse da quando siamo qui, tutte con strutture bellissime e programmi estremamente ricchi.

Come per l’asilo, per iscriversi , o meglio per mettersi in lista d’attesa, in una scuola è necessario sostenere un esame.

La prima volta è stato tremendo.

Il papà ed io accompagnavamo il piccolo candidato all’aula dove si sarebbe consumata la fatidica prova, nascondendo la tensione dietro sorrisini a denti stretti e pacche sulla spalla, ma non perdevamo l’occasione di piazzare qualche domandina di ripasso qua e là come “7 +5?” o  “come si scrive book?”. Comunque è durata un’oretta! Un tempo infinito in cui scambiavamo conversazioni poco interessanti con la preside con l’intento, in realtà,  di estorcere informazioni riguardo alla nostra posizione nella lista d’attesa e le possibilità di entrare. Niente. Nessuna confessione, neanche sotto tortura. Per saperne di piu bisognerà aspettare Maggio inoltrato.

Deve fare la prima elementare, non so come potremo sostenere l’esame di maturità.

16 nuove costruzioni

A singapore costruiscono, demoliscono e ricostruiscono con un ritmo serrato; lo prova il fatto che un condominio vecchissimo, quasi “storico” per loro, è degli anni 80/90 e il fatto che spuntano gru da ogni parte della città.

Di fronte al nostro residence stanno costruendo alcuni nuovi grattacieli firmati dal famoso architetto Jean Nouvel e la recinzione dei cantieri è tappezzata di grandi cartelli che riportano riflessioni riguardo all’architettura.

Ho grandi aspettative su questa nuova costruzione, che spero emerga dalla miriade di grattacieli che difficilmente si distinguono l’uno dall’altro e che spero rispetti i profondi concetti dichiarati sopra i ponteggi.

13 l’esame per entrare all’asilo

Dopo lunghe ricerche, mille telefonate e decine di incontri, siamo riusciti a trovare due posti al pomeriggio per i due piccolini, in un famoso asilo dal programma  ricchissimo in inglese e mandarino. Ovviamente prima di essere ammessi bisogna superare un esame. Oggi era il giorno dell’esame.

Ci accoglie una signorina che si rivolge ai bambini in mandarino e velocemente gli fa lavare le mani con il disinfettante, gli misura la temperatura, gli guarda la gola con pila, le orecchie, gli fa togliere le calze, gli esamina i piedi e gli mette un bollino arancione sulla maglietta per segnalare che erano a posto.

Terminato il check in la direttrice della scuola arriva allora a prendere i bambini e li fa entrare in una stanza con me presente.

L’esame:

“What’s your name?” – Nessuna risposta

“Do you speak english?” – Nessuna risposta

“Come with me!” – Scappano in 2 diverse direzioni

“What is this?” – In stereo: Leone, Zebra, Elefante

Ok admitted

 

12 la giungla

Domenica si fa la gita. Stamattina siamo quindi andati al Bukit Timah nature reserve per affrontare un periglioso percorso di 1,2 km nel bel mezzo della giungla. Ad accoglierci all’entrata c’erano 3 scimmiette che si aggirano, come gatti selvatici, tra le case adiacenti al parco cercando cibo. Il percorso, una mulattiera asfaltata, per arrivare alla cima del monte Bukit Timah, era estremamente esotico sotto tutti i punti di vista, a partire dal suono assordante, simile a quello della centrifuga di una lavatrice, dovuto alle grida di una certa specie di insetto, che ci ha accompagnato tutto il tempo, per finire con la folla di persone che si allenava camminando spedita su per la ripida salita o scendendo camminando all’indietro. Al ritorno, nonostante avessimo impiegato un’ora abbondante per fare 1,2 km, ho pensato che sarebbe stato piu’ eccitante e avventuroso seguire una piccola deviazione su un sentierino un po piu’ accidentato. Ovviamente ci siamo persi. Alla fine abbiamo battuto ogni record percorrendo 2,4 km in piu di 3 ore, con una temperatura di piu di 30 gradi ed un’umidità del 99%.

10 l’assicurazione sanitaria

Come italiani viziati, non manchiamo mai di stupirci quando ci troviamo a confrontarci con sistemi sanitari diversi dal nostro. Singapore nonostante vanti ospedali di fama mondiale, non fornisce alcuna assistenza ai suoi cittadini. Come in altri paesi, l’offerta assicurativa è vastissima, ma qui non obbligatoria, nemmeno per i servizi di base. Ma la cosa che ci ha sbalordito è che non è assolutamente facile ottenere un’assicurazione. Per averla devi dimostrare di essere assolutamente privo del minimo disturbo, ma chi puo dire di essere perfetto?

9 il caldo

Oggi, per la prima volta da quando siamo arrivati il caldo si faceva davvero sentire. L’agente immobiliare gocciolava. Ma se non si è abituata lei che è nata qui, come faremo noi? Qualcuno qui ha trovato una soluzione.

8 la ricerca dell’asilo

Se la ricerca della casa poteva sembrare difficile, la ricerca di un asilo è un vero incubo.

Gli asili per bambini di 3 anni, tutti gli asili che non siano in cinese, costano quasi come Harvard; ma non solo, hanno liste d’attesa lunghissime e sottopongono i bambini ad un esame di ammissione.  Io sarei disposta a mandare i miei due piccolini all’asilo statale in cinese (per non capire una parola di inglese, tanto vale non capirla in cinese) ma sembra che sia quasi impossibile per un espatriato entrarci.

 

 

 

7 alla ricerca della casa

Mi sono sempre chiesta come le foto delle agenzie immobiliari potessero essere cosi brutte. Oggi ho visitato 11 case in 3 ore e mezzo. Le ho fotografate tutte per ricordare e alla fine mi sono trovata una serie lunghissima di foto terrificanti di bagni e cucine, una peggio dell’altra. Alla fine, esausta, non mettevo neanche a fuoco e prendevo i piedi dell’agente immobiliare. Vi propongo questa , ma non ho idea di quale sia l’appartamento a cui si riferisce.

6 gli uffici

Oggi ho avuto il piacere di accompagnare mio marito a vedere alcuni uffici da prendere in affitto.

Quando vi lamentate per il vostro vicino che parla a voce alta al telefono o che sgranocchia crakers a tutte le ore, sappiate che a singapore in una stanza di 27 m2 riescono a stipare fino a 8 persone.

E potete immaginare il nostro sgomento quando uno degli addetti, per mostrarci le facilities dello stabile, ci ha chiuso in uno stanzino e fatto sedere davanti ad un PC che trasmetteva un video dove un orso vestito in giacca e cravatta spiegava il funzionamento della fotocopiatrice e come entrare nel parcheggio.

5 la pizza

oggi, dopo i miei esperimenti culinari nel residence e comprensibile sciopero generale della fame siamo andati a mangiare la pizza al ristorante “la Forketta” tipico “food italiano” e cuoco in linea con le premesse. La foto è brutta ma mi hanno fermato , come un vero paparazzo: non si possono fare foto e i bambini non possono alzarsi dalla sedia. Non credo fossero italiani immigrati di prima generazione, ma la pizza era buona

4 brain development

Durante questo week end a Singapore si tiene la “piu grande fiera del mondo sull’educazione dei bambini”. Dato che stiamo proprio cercando un’asilo per i piccolini, siamo andati con un grande entusiasmo.

“My little genius”, “Litle Newton learning center” “the genius kid”, questi i nomi di alcuni asili per bambini anche a partire da 6 mesi;  “Genius mind academy”, “Singapore brain development centre”, “the brain shop” e tante altre sono invece istituzioni che propongono uno per l’altro sistemi per valutare e potenziare  le capacità del cervello con tanto di grafici e promesse in termini di miglioramenti percentuali. E le code erano lunghissime per far sottoporre i bambini ad un “free brain assessment”.

Noi ci siamo avvicinati invece ad uno stand dove i bambini dovevano preparare e colorare con il pennello una cornicetta con l’aiuto della maestra. Questi piccolini, in silenzio, perfettamente in fila per 2, si presentavano davanti ad una signorina, si strofinavano le mani con il disinfettante, si facevano misurare la temperatura, si mettevano il grembiule e si sedevano nella seggiolina a lavorare, in silenzio. Io sono stata richiamata dopo 5 secondi perchè i miei piangevano sdraiati per terra e volevano la mamma. Comunque ste cornicette, alla fine erano veramente kitch.

http://www.smartkidsasia.com

 

3 il permesso

ero già un po abituata con gli svizzeri, ma qui meritano l’oscar.

la procedura per avere il permesso di soggiorno è iniziata già tempo fa con strane richieste come la traduzione giurata del mio certificato di laurea , il mio peso e la mia statura. Ridevo quando ho ricevuto la richiesta e poi effettivamente oggi ho visto che gli uffici dei singoli operatori sono dotati di bilancia e metro. Per fortuna non mi hanno chiesto di nuovo di pesarmi perchè sarei stata 3 kg di piu.

A  parte le note dolenti, per un italiano è davvero uno shock recarsi in una tale struttura. MOM, Ministry of Manpower (Ministero della manodopera). Ci fosse una simile istituzione a roma o anche a genova mi verrebbero i brividi a doverci andare, forse mi organizzerei con acqua, cibo e sacco a pelo per poter fronteggiare l’attesa prevista.

A singapore arrivi all’entrata ed un signore ti accoglie per chiederti il motivo della visita, vedendoti inesperto si fa carico, con un sorriso,  di cio che dovresti fare tu e consulta una delle 15 macchinette poste all’entrata (dette check in points) e ti indirizza verso un ufficio dove una persona ti riceve già a conoscenza delle tue richieste e rponto a cominciare a lavorarci. Tutto questo in 20 secondi al massimo.

dimenticavo , bisogna portare i bambini (cosa che noi ovviamente non avevamo fatto) ma è predisposta per loro un’area gioco…

 

2 il vero primo giorno

immaginavo un po diverso questo post relativo al giorno piu’ importante, quello piu’ carico di emozioni.

In realtà per una mamma il primo giorno in qualsiasi luogo non puo` essere dedicato che ad una cosa: FARE LA SPESA.

La spesa importante con latte, olio, zucchero etc etc. Nonostante sia andata 3 volte, ho dimenticato cose cruciali come il sale e il detersivo, ma sono rimasta rapita per almeno 15 minuti a guardare  il banco della frutta e verdura. Tutto impacchettato sottovuoto, si schierava una serie lunghissima di alimenti mai visti. Ne ho provati alcuni dai nomi piu’ evocativi come dragon fruit o sunny fruit . Il mango era buonissimo. La verdura sarà un’impresa piu’ ardua, per adesso insalata.