167 Suju

A Singapore gli stimoli dal punto di vista culinario sono infiniti, si puo’ mangiare qualunque cosa e bene. Io pero’ tra tutte ste cucine asiatiche faccio una gran confusione.

Ho una vaga idea di quello che ti può aspettare in un ristorante thailandese , piuttosto che in uno indiano o cinese, ma le mie nozioni sono estremamente elementari.
Visto che non vorrei mai replicare i comuni commenti “Italia, pizza, spaghetti” in versione asiatica, ho cercato ultimamente di assaggiare piatti diversi e finora sconosciuti.

In un ristorante giapponese, allora, non si puo’ ordinare sempre il solito sushi…
Nel bel ristorante “suju” al mandarin gallery, mi faccio quindi coraggio ed ordino allora un classico  “Oyako Tamagotoji”, che sembrava essere il classico piatto di pollo che ti cucina la nonna a Kioto la domenica.

Forse non sono cosi avanti. Sara’ stato anche buonissimo ma un buon sushi la prossima volta non mancherà.

 

 

164 Mc Ritchie reservoir

Mac Ritchie è una delle riserve idriche di Singapore ma anche un bellissimo parco dove fare lunghe passeggiate lungo il lago. C’è anche la possibilità di addentrarsi nella giungla e  avventurarsi a passare ponti sospesi. Noi per adesso ci siamo limitati a camminare ed osservare le scimmie.
Concentrate in una zona abbiamo potuto vedere diverse coppie di mamme con cucciolo che allattavano o che semplicemente lo tenevano in braccio.

163 Zero

Eh no sorcini, non mi riferisco al nostro grande Renato ma ad un giovane urban artist di Singapore.
Come si puo’ immaginare a Singapore i graffiti sono proibiti ed i recidivi possono essere puniti con le frustate.

Zero dipinge e si identifica con un personaggio chiamato “the killer Gerbil”, un ratto che si insinua negli spazi vuoti per eliminarli con il colore.

In questo video zero racconta di se.

Ora le sue opere sono entrate nel sistema ed il suo personaggio è riprodotto su magliette ed oggetti.

 

5 la pizza

oggi, dopo i miei esperimenti culinari nel residence e comprensibile sciopero generale della fame siamo andati a mangiare la pizza al ristorante “la Forketta” tipico “food italiano” e cuoco in linea con le premesse. La foto è brutta ma mi hanno fermato , come un vero paparazzo: non si possono fare foto e i bambini non possono alzarsi dalla sedia. Non credo fossero italiani immigrati di prima generazione, ma la pizza era buona

4 brain development

Durante questo week end a Singapore si tiene la “piu grande fiera del mondo sull’educazione dei bambini”. Dato che stiamo proprio cercando un’asilo per i piccolini, siamo andati con un grande entusiasmo.

“My little genius”, “Litle Newton learning center” “the genius kid”, questi i nomi di alcuni asili per bambini anche a partire da 6 mesi;  “Genius mind academy”, “Singapore brain development centre”, “the brain shop” e tante altre sono invece istituzioni che propongono uno per l’altro sistemi per valutare e potenziare  le capacità del cervello con tanto di grafici e promesse in termini di miglioramenti percentuali. E le code erano lunghissime per far sottoporre i bambini ad un “free brain assessment”.

Noi ci siamo avvicinati invece ad uno stand dove i bambini dovevano preparare e colorare con il pennello una cornicetta con l’aiuto della maestra. Questi piccolini, in silenzio, perfettamente in fila per 2, si presentavano davanti ad una signorina, si strofinavano le mani con il disinfettante, si facevano misurare la temperatura, si mettevano il grembiule e si sedevano nella seggiolina a lavorare, in silenzio. Io sono stata richiamata dopo 5 secondi perchè i miei piangevano sdraiati per terra e volevano la mamma. Comunque ste cornicette, alla fine erano veramente kitch.

http://www.smartkidsasia.com

 

3 il permesso

ero già un po abituata con gli svizzeri, ma qui meritano l’oscar.

la procedura per avere il permesso di soggiorno è iniziata già tempo fa con strane richieste come la traduzione giurata del mio certificato di laurea , il mio peso e la mia statura. Ridevo quando ho ricevuto la richiesta e poi effettivamente oggi ho visto che gli uffici dei singoli operatori sono dotati di bilancia e metro. Per fortuna non mi hanno chiesto di nuovo di pesarmi perchè sarei stata 3 kg di piu.

A  parte le note dolenti, per un italiano è davvero uno shock recarsi in una tale struttura. MOM, Ministry of Manpower (Ministero della manodopera). Ci fosse una simile istituzione a roma o anche a genova mi verrebbero i brividi a doverci andare, forse mi organizzerei con acqua, cibo e sacco a pelo per poter fronteggiare l’attesa prevista.

A singapore arrivi all’entrata ed un signore ti accoglie per chiederti il motivo della visita, vedendoti inesperto si fa carico, con un sorriso,  di cio che dovresti fare tu e consulta una delle 15 macchinette poste all’entrata (dette check in points) e ti indirizza verso un ufficio dove una persona ti riceve già a conoscenza delle tue richieste e rponto a cominciare a lavorarci. Tutto questo in 20 secondi al massimo.

dimenticavo , bisogna portare i bambini (cosa che noi ovviamente non avevamo fatto) ma è predisposta per loro un’area gioco…

 

2 il vero primo giorno

immaginavo un po diverso questo post relativo al giorno piu’ importante, quello piu’ carico di emozioni.

In realtà per una mamma il primo giorno in qualsiasi luogo non puo` essere dedicato che ad una cosa: FARE LA SPESA.

La spesa importante con latte, olio, zucchero etc etc. Nonostante sia andata 3 volte, ho dimenticato cose cruciali come il sale e il detersivo, ma sono rimasta rapita per almeno 15 minuti a guardare  il banco della frutta e verdura. Tutto impacchettato sottovuoto, si schierava una serie lunghissima di alimenti mai visti. Ne ho provati alcuni dai nomi piu’ evocativi come dragon fruit o sunny fruit . Il mango era buonissimo. La verdura sarà un’impresa piu’ ardua, per adesso insalata.

-7 Lugano Addio

 

Lugano addio, un lunghissimo addio.

Oggi, finalmente abbiamo finito il trasloco. Ero molto serena, secondo gli esperti, sarebbe potuto entrare tutto in un container piccolo e dato che , con una precisione certosina, avevo fatto cosi tante scatole che mostravo piena di orgoglio,  in una mezza giornata avrebbero anche finito di caricare. Ci vollero 2 giorni.  Finalmente dopo una fatica da ercole, riusciamo a caricare il camion. Che emozione, ero pronta con lacrima e macchina fotografica ad immortalare il momento memorabile in cui avrebbero chiuso le porte…Non entrano tutte le scatole. Ora non era piu semplicissimo decidersi a buttar via quel paio di scarpe da tennis che risulterebbe nella scatola nr 58 , piuttosto che vaso sul quale ho esitato tanto a lungo. Ma succede a tutti o solo a me? Era il loro primo trasloco? Risolto anche questo utlimo imprevisto, con la macchina carica come un uovo, parto. La lacrima era sempre pronta e canticchiavo “Lugano addio” di Ivan Graziani, quando mi blocca una coda chlometrica. Ferma. Impiego 2 ore per raggiungere la frontiera. Orami la mia capacità di discernere era compromessa.  Caparbia, prima di lasciare la Svizzera volevo a tutti costi fare una cosa che per un motivo o per l’altro non ero quasi mai riuscita a fare in 4 anni di residenza extra cee. Un rimborso tax free. Meno male che sul foglio che ti danno scrivono “Global refund” “tax free” etc etc. Sembra una cosa super organizzata. L’unico posto dove ti restituiscono quei pochi soldi dovuti è un piccolo benzinaio di chiasso, non meglio identificato che trovi solo dopo lunghe investigazioni. Chiude alle 20. Io ovviamente arrivai alle 20 e forse 2 e 3 secondi… Straccio il modulo e dopo una breve crisi di nervi proseguo per la frontiera con la macchina cosi piena che sembravo emigrata dell’est che torna al suo paese. Beh in realtà  sono una emigrata.

-10 Inizia il count down

 

Mancano 10 giorni al nostro trasferimento a Singapore, ma questa grande avventura è già cominciata da tempo. Questi ultimi giorni sono stati scanditi dai preparativi serrati, dalla preparazione dei bagagli e degli scatoloni, dai saluti strazianti conditi da cene ed aperitivi; ed io fisicamente mi trovo li, a Lugano, ma con la mente non sono in realtà nessun luogo, l’aspettativa e la malinconia si mescolano in uno strano mix.