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Oggi abbiamo portato i bambini a tetro per la prima volta a vedere “The cat in the hat”. |
Si sono divertititi tantissimo e la rappresentazione era molto ben fatta. Le scene ed i costumi riprendevano perfettamente le figure del libro.
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Oggi abbiamo portato i bambini a tetro per la prima volta a vedere “The cat in the hat”. |
Si sono divertititi tantissimo e la rappresentazione era molto ben fatta. Le scene ed i costumi riprendevano perfettamente le figure del libro.
Mac Ritchie è una delle riserve idriche di Singapore ma anche un bellissimo parco dove fare lunghe passeggiate lungo il lago. C’è anche la possibilità di addentrarsi nella giungla e avventurarsi a passare ponti sospesi. Noi per adesso ci siamo limitati a camminare ed osservare le scimmie.
Concentrate in una zona abbiamo potuto vedere diverse coppie di mamme con cucciolo che allattavano o che semplicemente lo tenevano in braccio.
Eh no sorcini, non mi riferisco al nostro grande Renato ma ad un giovane urban artist di Singapore.
Come si puo’ immaginare a Singapore i graffiti sono proibiti ed i recidivi possono essere puniti con le frustate.
Zero dipinge e si identifica con un personaggio chiamato “the killer Gerbil”, un ratto che si insinua negli spazi vuoti per eliminarli con il colore.
In questo video zero racconta di se.
Ora le sue opere sono entrate nel sistema ed il suo personaggio è riprodotto su magliette ed oggetti.
Il Singapore Art Museum , o meglio SAM, è il museo di arte contemporanea di Singapore.
L’edificio, in centro nella zona coloniale, era un tempo “Saint Joseph Institution”una scuola cattolica. La struttura all’interno non ha subito troppi cambiamenti strutturali e, al posto dei banchi, della mensa o della cappella, si puo’ ora ammirare la ricchissima collezione del SAM.
Vedere questa scolaresca in visita al museo, mi ha fatto immaginare come potesse essere un tempo.
Dopo 3 figli e migliaia di dolci e gustose merende, è arrivato il momento, ormai non piu’ procrastinabile, di rimettersi un po in forma.
Qui a Singapore sono in voga i cosiddetti “Boot Camp”, popolari e numerosissimi.
Nella meravigliosa cornice del Botanical Garden, tra alberi secolari, fiori profumati e morbidi prati si consuma la strage. Una coach dall’aria a prima vista gentile, si trasforma d’un tratto in un temibile sergente che urlando tra la vegetazione lussuriosa, ordina al povero gruppo di malcapitate di correre su e giu per le colline per un periodo di tempo indeterminato, saltare la corda con una temperatura di 35 gradi ed un’umidità del 98%, eseguire faticosissimi esercizi e flessioni sdraiati sul prato mentre le formiche ti salgono sulle gambe.
Alla fine della lezione ero in condizioni impresentabili ed in stato di semi incoscienza.
Il paesaggio era bello!
Nella riserva di Bedok hanno organizzato un’area attrezzata dove ci si puo improvvisare a Tarzan e Jane lanciandosi con una corda da un’albero all’altro ed effettuare percorsi alla Indiana Jones camminando tra le cime degli alberi su esili ponti di corda.
Oggi Federico è stato invitato ad una festa di compleanno che si teneva proprio qui.
Diversi bambini e tutte le bambine, terrorizzati, rimanevano attaccati ai tronchi degli alberi piangendo a singhiozzi con le gambe tremanti, chiedendo disperatamente di poter scendere, mentre i genitori, con gli occhi rivolti al cielo, si complimentavano animatamente con i piu’ coraggiosi o al contrario esortavano a procedere quelli in preda al panico.
Non si poteva scendere.
Io per fortuna ero tra genitori orgogliosi che lanciavano fischi ed urletti di approvazione, ma con il magone nel vedere quei piccolini che invece avrebbe voluto non aver mai accettato l’invito. Fossi stata io al loro posto, avrebbero dovuto prendermi con l’elicottero.
Non mi ero mai soffermata davanti alla vetrina di Louis Vitton nella mia vita ed oggi sono stata a guardarla con il mio piccolo di tre anni per mezz’ora.
In realtà non c’era neanche una borsa.
In compenso, nell’ambito dell’ iniziativa di Louis Vitton and the arts, avevano allestito lo spazio della vetrina con le opere di Yayoi Kusama, un’artista giapponese che conoscevo già per le sue zucche.
Nella zona di Tiong Bahru ho trovato un mercato dove una fruttivendola molto gentile si è dilungata a spiegarmi come cucinare i noodle fritti o in brodo.
Questa piccola bancarella, che vende solo noodle e germogli di soya, sembra sia molto conosciuta a singapore, cosi’ ho comprato una bella quantità di questi particolari spaghetti per cimentarmi nella nuova ricetta.
Ad essere sincere credo che di aver bisogno di affinare un po la tecnica prima di pubblicare la ricetta.
Riassumendo erano piuttosto collosi , salati ed pochino soffocanti, per il resto bene.
Finalmente libera di uscire in libertà, oggi sono andata a prendere un caffé con l’associazione delle donne italiane. Nel quartiere di Tiong Bahru, fino ad oggi a me sconosciuto, questo caffè veramente carino e dall’aria occidentale, si distingue dalle altre batteghe che lo affiancano dallo stile decisamente piu locale.
Se il primo giorno di scuola per la mamma è doloroso, il primo giorno di asilo è una benedizione. Era ieri il loro primo giorno, ed io da mesi immaginavo con aria sognante il giorno in cui sarebbero stati fuori casa fino alle 3… ma dopo solo due ore la telefonata della maestra in piena crisi isterica che mi chiede di venirmeli a prendere, rompe il fantastico idilio.
Oggi due veri soldatini, sono stati bravissimi e chissa’ quale strategia staranno studiando per sistemare la simpatica maestrina.
Domani sarà il primo giorno di scuola e di asilo.
Sembra debbano partire per il fronte.
Da giorni lavoriamo sull’equipaggiamento personale :
Le dotazioni per i piccoli comprendono: uniformi, coperte, lenzuola, peluche preferito, cuscino, lozione anti zanzara per le missioni nella giungla e mille altre cose tutte debitamente etichettate e identificate con ricami a punto croce.
Per quanto riguarda il grande, in missione a scuola, molto di quanto sopra ma cio’ che ha richiesto particolare attenzione è la confezione della razione K.
I pasti da preparare sono tre, colazione pranzo e snack, ben differenziati l’uno dall’altro e identificabili anche da parte di uno sconosciuto. Ovviamente devono essere conservati in appositi contenitori refrigerati e rispettare le severissime norme dietetiche della scuola. Niente dolci, niente fluidi che possano versarsi sui libri e rapido consumo (5 minuti per lo snack e la colazione e 10 minuti per il pranzo) ma soprattutto niente pinoli o biscotti alle mandorle perchè siamo in “NUT FREE ZONE”!!!
In ultimo il taglio tattico, doveroso dopo gli esperimenti da coiffeur che Edorado ha deciso di praticare con scarso successo su se stesso e sui fratelli.
Clarke Quai è una zona lungo il fiume dove le piccole shophouse dei pescatori hanno lasciato il posto ad una sterminata serie di ristoranti. La zona è animatissima ed in qualche punto anche accessoriata con tensostrutture che riparano dalla pioggia.
Noi abbiamo provato un locale di Tapas spagnole “Octapas”